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La libera, solitaria e picaresca scoperta del mondo da parte di un bambino speciale, che non si adatta a un'educazione preconfezionata e costruisce da sé un proprio percorso di autoformazione. Partito in cerca di conoscenza all'età di Lazarillo, Alfanhuí ha il dono di entrare in comunicazione con l'armonioso disordine della natura. Trova il proprio maestro ideale in un eccentrico tassidermista e sperimenta la realtà burattinesca della metropoli e i ritmi lenti e sbiaditi delle campagne. Le peculiari leggi di coerenza del suo mondo danno a tratti alla narrazione un sapore da paleo-fantascienza, ma è la sua disponibilità a farsi raggiungere da ogni cosa che osserva a redimere in fantasia e poesia gli incontri di questo viaggio fino alla soglia oltre la quale la terra di nessuno dell'infanzia si perde per sempre.